l’ “attualità” dell’informazione e del giornalismo


Partendo da uno spot del 1986 del Guardian vorrei tentare di rispondere alla domanda delle domande: qual è l’attuale stato dell’informazione?
Intendiamoci è la MIA risposta, personale, maturata negli anni e potrebbe persino essere banale.

A volte mettere nero su bianco aiuta a chiarirsi le idee. Insomma un esercizio più per l’autrice che per il lettore. Se qualcuno avrà voglia di dirmi che ne pensa sarà un successo.

Provo a procedere per parole, le stesse che andranno a formare la frase che definisce l’attuale stato dell’informazione.

1  i social media.

Le persone si informano sulle piattaforme social, in seguito, forse, arrivano alla pagina o al sito dei media. La conversazione avviene dentro i social, spesso le stesse notizie sono dentro le conversazioni più che nel link postato da cui partono.

2 mobile.

Le persone accedono ai social da smartphone, l’informazione deve tenere presente che è fruita quasi principalmente in versione mobile. Creare contenuti che siano “facili” da condividere in versione smartphone ma ancor di più che siano leggibili in versione mobile.

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digitale è cultura, riflessioni post-digit15

digitaleculturaRiporto qui alcuni degli appunti che ho preso durante i due giorni di . Il presupposto da cui partire qui è che si sta parlando di giornalismo online, nel web, quindi la , ad esempio è quella sui social media o nei commenti agli articoli, così come notizia è immagine, video, audio, storify, timeline…

Procedo per hashtag per chiarezza (e non solo per ragioni di SEO :-))

CONVERSAZIONE
Parto da una domanda: si fa giornalismo nella conversazione? Eccome se si tratta di giornalismo! i commenti, i post sulle piattaforme social possono essere fonte e anche approfondimento di una notizia. Infondo è semplice: sono sempre le persone ad agire e ad essere protagonisti dei fatti, cambiano i modi e il luogo dell’agire.
Grazie alla rete è, probabilmente, più semplice individuare i PUBBLICI/COMUNITA’ a cui riferirsi.
Il pubblico fa una cosa sola: la differenza fra cancellarsi da una newsletter o non seguire più una pagina di Facebook o non seguire più un account twitter sta nel fatto che quelle “cose” sia interessanti per quel pubblico o meno. 
Il punto nodale è arrivare al pubblico con i mezzi che offerti dal digitale ma non per avere like, ma per arrivare a informare il pubblico. 

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social media e storia

Un ripassino fa sempre bene, come si dice ripetita iuvant. Questa sera voglio condividere con voi un #TED vecchio sui social media e il loro futuro. Era il 2009. Per comodità sotto riporto i punti salienti dello #speech di Clay Shirky. Il cambiamento in corso nei media significa che ognuno ha un messaggio da diffondere. Tutti … Read moresocial media e storia