Sfido chiunque a contraddire il titolo.
Oramai è ovvio il fatto che un contenuto – sia esso video, testo, fotografia – proveniente da uno smartphone e messo in rete, vada considerato immediatamente e a pieno diritto una notizia e chi l’ha diffuso sia definito giornalista o per essere più precisi citizen journalist. E’ la vecchia storia del giornalismo partecipativo.
La parola ‘cittadino’ viene inserita solo per non fare sobbalzare sulle poltrone chi è seduto da troppo tempo, e lo smartphone non lo sa usare, pur avendolo.
Il termine crea quella linea di confine che permette da un lato, ai ‘poltroni’ di non vedere intaccato il loro titolo e dall’altra il nuovo ‘titolato’ si sente un professionista e proseguirà legittimato il suo ‘lavoro’.
Aldilà degli sfoghi personali, un’avvertenza a tutti quelli che le notizie le leggono, proprio perchè prima della polemica delle poltrone a me interessa che chi legge sia consapevole. Bisogna ricordare che esiste un confine fra il cittadino informato e il giornalista.